Noi due bloccati da un muro, manifesto delle nostre incomprensioni.
Un muro che ha soffocato i nostri i cuori, accecato i nostri occhi.
Un muro che all'improvviso scompare per lasciare spazio a una lacrima, una sola che, percorrendo il tuo viso segnato dal tempo, ha riflesso tutto il tuo dolore.
Ma ora che le tue rughe, tracciato del tuo passato, hanno assorbito in un attimo la nostra lacrima, il nostro fugace momento di tenerezza aspetterò finché un sorriso, un'emozione ci possa legare ancora.
Questo l'ho scritto un po' di anni fa. Non è un granché, ma mi è tornato in mente per una serie di emozioni già vissute, momenti difficili superati, ma impressi nell'animo. Questo è per mio padre, un padre lontano e allo stesso tempo vicino. un padre e una figlia con un rapporto fatto di forti contrasti e forte amore. Un rapporto contraddittorio. Lui così pragmatico, io troppo sognatrice. Lui così caparbio e sicuro, io così autocritica e in continua lotta con me stessa.
La paura della morte ci ha avvicinato, la morte ha ridato vita a un amore.
"Van Loon, uomo destinato direi da sempre ad un lavoro più forte
che le sue spalle o la sua intelligenza non volevano sopportare
sembrò quasi baciato da una buona sorte
quando dovette andare;
sembra però che non sia mai entrato nella storia,
ma sono cose che si sanno sempre dopo,
d'altra parte nessuno ha mai chiesto di scegliere
neanche all'aquila o al topo;
poi un certo giorno timbra tutto un avvenire
o una guerra spacca come una sassata,
ma ho visto a volte che anche un topo sa ruggire
ed anche un'aquila precipitata...
Quanti anni, giorno per giorno, dobbiamo vivere con uno
per capire cosa gli nasca in testa o cosa voglia o chi è,
turisti del vuoto, esploratori di nessuno
che non sia io o me;
Van Loon viveva e io lo credevo morto
o, peggio, inutile, solo per la distanza
fra i suoi miti diversi e la mia giovinezza e superbia d'allora,
la mia ignoranza:
che ne sapevo quanto avesse navigato
con il coraggio di un Caboto fra le schiume
di ogni suo giorno e che uno squalo è diventato,
giorno per giorno, pesce di fiume..."
(Van Loon, F. Guccini, 1987)