giovedì, novembre 03, 2005

una coppia d'altri tempi

Questa sera dopo cinque anni che vivo a Milano mi manca la famiglia.
Una mancanza viscerale. È questa la prima volta.
Sono arrivata a casa, ho fatto un po’ ordine, mi sono preparata la cena e un bicchiere di vino rosso.
Mi sono immaginata mia madre che commenta: “non sta bene che una signorina beva il vino rosso. Ti vengono i denti viola!”. Come per dire, scolati pure una bottiglia di un buon e delicato vino bianco ma un rosso, no! Dall’altra mio padre che mi sostiene. Un buon bicchiere di rosso è come una mela al giorno, toglie il medico , i pensieri infelici di torno. Mia sorella che se ne versa uno e ride.
Mia mamma una donna d’altri tempi. Nelle foto con i suoi tallieurs e le sue scarpe rigorosamente alte con tacco almeno da 12. Che non sia mai! Sembra una diva, piccolina piccolina, bellissima.
Mio padre un omone 1,85, bello, sorridente, due occhi di ghiaccio, due mani enormi che, da quando hanno incontrato il corpicino di mia mamma, si sono prefisse come unico scopo di proteggerlo.
Una foto in bianco e nero di una coppia d’altri tempi.
Due opposti.
Lei taciturna, ma che sa il fatto suo.
Lui vanitoso, egocentrico, ma pragmatico (anche troppo) e caparbio come può esserlo solo un capricorno.
Me li immagino mentre ceniamo.
La mamma che racconta il loro primo capodanno da sposati.
Lei già pronta col suo vestito più elegante. paillettes su stoffa e orecchini che fanno a gara col vestito per la preziosità.
Lui allo specchio, si volta e la guarda. Mia mamma che avverte il suo sguardo. Le farfalle nella pancia di lei sono impazzite e reclamano un complimento per quel corpicino cosi agghindato a festa. Lui si avvicina e le dice: “sono proprio bello stasera”.
Risate.
E per lei, sposa da novembre, inizia la serata più bella, una festa da principessa. Si perché mio padre nel suo essere comicamente vanitoso è l’uomo, che baciando per la prima volta mia madre, l'ha portata su una nuvola, l’unico luogo consono per una principessa.
Mi mancano.
Le battute, le grida di mio padre, la sua caparbietà, le sue debolezze, il suo essere uomo di mondo e viaggiatore, le sue enormi orecchie, la sua pazzia.
La risata, i pianti di mia madre, il nasino alla francese, il suo umorismo, la sua forza di donna.
Stasera per la prima volta dopo cinque anni, ho pianto per la loro assenza.

2 commenti:

ghz™ ha detto...

Ciao Valeeee.. E lo so che sono sparito. Sono maledettamente preso, esco tardi, e quando arrivo a casa sono solo la proiezione di me stesso. Anche il blog ne sta risentendo. Mi mancate tutti.. ma tra poco ci scappa una bella uscita! Eh si.. ci vuole..

Anonimo ha detto...

Uh... Quello che hai scritto mi riempie di tristezza. Mi ricorda pensieri di mio padre - vivo, vivo - che dice L'uomo è come il leone. Nel momento in cui copre la leonessa la morde non per comandarla, quanto per ricordare che sta accanto alla Forza, è al sicuro...
Sei bella, stasera, Vale.