lunedì, ottobre 16, 2006

10 novembre 2006 dachtforum



"E fuori: Milano muore di malinconia, di sole che tramonta là in periferia,
di auto del ritorno, famiglie, freni e gas di scarico.
Lontano il centro è quasi un altro mondo, San Siro un urlo che non cogli a fondo,
ti taglia un senso vago di infinito panico.
Spunta un gasometro dietro a muri neri, oziosi vagolano i tuoi pensieri
e in aria il cielo è un qualche cosa viola carico..."

domenica, ottobre 15, 2006

Il mio specchio si è frantumato il giorno che ho deciso di cambiare strada, il giorno che ho deciso di svoltare.
Un colpo solo, deciso.
Piccoli frammenti ai miei piedi, il mio sguardo in cerca di un immagine che non ha più luogo, dimensione, contorni.
Inginocchiata a terra ho iniziato a cercarmi.
Ho imparato ad aspettare.
Ho cominciato a domandare, a volte a pretendere.
Ho riscoperto il piacere di osservare ciò che mi circonda in tutte le sue sfumature.
Ho camminato tanto, senza una direzione, per sentire, vedere, stancarmi.
Ho riscoperto luoghi e persone del passato, per capire il presente.
Ho sbirciato dietro l'angolo per immaginarmi un futuro.
Ho bevuto tanto fino a dimenticarne il motivo.
Ho riso, ho ballato tanto da stancare il corpo e la mente.
Ho ascoltato la solitudine e mi sono fatta cullare dal silenzio.
Ho imaparato ad ascoltarmi.
Come bendata in una stanza buia, ho cercato una via d'uscita, una porta da aprire. Ho sbattutto la testa contro tanti muri, sono caduta, mi sono rialzata e ho continuato a esplorare il mio spazio, fino a quando ho capito che non è fuori, non è al di là di una porta ciò che sto cercando. Forse una via d'uscita esiste, ma non sono ancora pronta a imboccarla.
Allora mi sono seduta nuovamente con i miei lividi esistenziali, le mie piccole ferite e, pezzo a pezzo, ho iniziato a ricrearmi.
Alcuni frammenti gli ho conservati in una scatola come delle vecchie fotografie. Altri gli ho gettati perchè ha volte è giusto dimenticare. Quelli che sono rimasti, uno a uno ho cominciato a riporli sulla base.
Ora sono in piedi di fronte al mio specchio.
Le ferite bruciano ancora, ma riesco a intravedere la mia immagine frammentata.
Da quel poco che riconosco osservandomi costruirò i pezzi mancanti.