
venerdì, dicembre 22, 2006
venerdì, dicembre 15, 2006
domenica, novembre 19, 2006
mercoledì, novembre 15, 2006
giovedì, novembre 09, 2006
lunedì, ottobre 16, 2006
10 novembre 2006 dachtforum

"E fuori: Milano muore di malinconia, di sole che tramonta là in periferia,
di auto del ritorno, famiglie, freni e gas di scarico.
Lontano il centro è quasi un altro mondo, San Siro un urlo che non cogli a fondo,
ti taglia un senso vago di infinito panico.
Spunta un gasometro dietro a muri neri, oziosi vagolano i tuoi pensieri
e in aria il cielo è un qualche cosa viola carico..."
domenica, ottobre 15, 2006
Il mio specchio si è frantumato il giorno che ho deciso di cambiare strada, il giorno che ho deciso di svoltare.
Un colpo solo, deciso.
Piccoli frammenti ai miei piedi, il mio sguardo in cerca di un immagine che non ha più luogo, dimensione, contorni.
Inginocchiata a terra ho iniziato a cercarmi.
Ho imparato ad aspettare.
Ho cominciato a domandare, a volte a pretendere.
Ho riscoperto il piacere di osservare ciò che mi circonda in tutte le sue sfumature.
Ho camminato tanto, senza una direzione, per sentire, vedere, stancarmi.
Ho riscoperto luoghi e persone del passato, per capire il presente.
Ho sbirciato dietro l'angolo per immaginarmi un futuro.
Ho bevuto tanto fino a dimenticarne il motivo.
Ho riso, ho ballato tanto da stancare il corpo e la mente.
Ho ascoltato la solitudine e mi sono fatta cullare dal silenzio.
Ho imaparato ad ascoltarmi.
Come bendata in una stanza buia, ho cercato una via d'uscita, una porta da aprire. Ho sbattutto la testa contro tanti muri, sono caduta, mi sono rialzata e ho continuato a esplorare il mio spazio, fino a quando ho capito che non è fuori, non è al di là di una porta ciò che sto cercando. Forse una via d'uscita esiste, ma non sono ancora pronta a imboccarla.
Allora mi sono seduta nuovamente con i miei lividi esistenziali, le mie piccole ferite e, pezzo a pezzo, ho iniziato a ricrearmi.
Alcuni frammenti gli ho conservati in una scatola come delle vecchie fotografie. Altri gli ho gettati perchè ha volte è giusto dimenticare. Quelli che sono rimasti, uno a uno ho cominciato a riporli sulla base.
Ora sono in piedi di fronte al mio specchio.
Le ferite bruciano ancora, ma riesco a intravedere la mia immagine frammentata.
Da quel poco che riconosco osservandomi costruirò i pezzi mancanti.
Un colpo solo, deciso.
Piccoli frammenti ai miei piedi, il mio sguardo in cerca di un immagine che non ha più luogo, dimensione, contorni.
Inginocchiata a terra ho iniziato a cercarmi.
Ho imparato ad aspettare.
Ho cominciato a domandare, a volte a pretendere.
Ho riscoperto il piacere di osservare ciò che mi circonda in tutte le sue sfumature.
Ho camminato tanto, senza una direzione, per sentire, vedere, stancarmi.
Ho riscoperto luoghi e persone del passato, per capire il presente.
Ho sbirciato dietro l'angolo per immaginarmi un futuro.
Ho bevuto tanto fino a dimenticarne il motivo.
Ho riso, ho ballato tanto da stancare il corpo e la mente.
Ho ascoltato la solitudine e mi sono fatta cullare dal silenzio.
Ho imaparato ad ascoltarmi.
Come bendata in una stanza buia, ho cercato una via d'uscita, una porta da aprire. Ho sbattutto la testa contro tanti muri, sono caduta, mi sono rialzata e ho continuato a esplorare il mio spazio, fino a quando ho capito che non è fuori, non è al di là di una porta ciò che sto cercando. Forse una via d'uscita esiste, ma non sono ancora pronta a imboccarla.
Allora mi sono seduta nuovamente con i miei lividi esistenziali, le mie piccole ferite e, pezzo a pezzo, ho iniziato a ricrearmi.
Alcuni frammenti gli ho conservati in una scatola come delle vecchie fotografie. Altri gli ho gettati perchè ha volte è giusto dimenticare. Quelli che sono rimasti, uno a uno ho cominciato a riporli sulla base.
Ora sono in piedi di fronte al mio specchio.
Le ferite bruciano ancora, ma riesco a intravedere la mia immagine frammentata.
Da quel poco che riconosco osservandomi costruirò i pezzi mancanti.
mercoledì, settembre 20, 2006
martedì, luglio 25, 2006
domenica, luglio 09, 2006
lunedì, luglio 03, 2006
mercoledì, giugno 28, 2006
lunedì, giugno 26, 2006
venerdì, marzo 31, 2006
Tunisia
mercoledì, marzo 01, 2006
Gino Pizzo

campanellino retrò alla porta a vetri appannata dal calore del forno rigorosamente elettrico. In sottofondo la televisione 14'' sintonizzata su raiuno, l'unico canale che prende. Il propetario, il cuoco, il cameriere in una sola persona: Gino Pizzo. Maglietta bianco sporco che incornicia una panza da guinness, voce bassa da fumatore incallito e giusto due occhiaie un po' accentuate. Ma il mio sguardo viene catturato da un particolare alquanto insolito. Un particolare poco in linea con le macchie d'olio e l'odore di pesantezza culinaria. Lì, appoggiati con non curanza sul bordo della vetrinetta una scia luccicante di bilglietti da visita dorati fronte e retro. Chi l'avrebbe mai detto. Gino Pizzo la linea sottile tra lo chic e il kitsch. A voi la scelta.
venerdì, febbraio 17, 2006
giovedì, febbraio 16, 2006
lunedì, febbraio 13, 2006
giovedì, febbraio 09, 2006
CONSIGLI PER ACQUISTI INTELLIGENTI
sabato, febbraio 04, 2006
martedì, gennaio 31, 2006
giovedì, gennaio 05, 2006
mercoledì, gennaio 04, 2006
L'Amore Contro

...Quando sale sopra di me è una qualsiasi delle tante che vedo in tv o incontro per strada. "Girati e dimmi che sei la Sacilotto" le chiedo sforzandomi di pensare alla proprietaria del salone di parrucchiere sotto casa mia. Oppure: "Girati e dimmi che sei Lory" e vado rapidamente ai fianchi secchi della parcheggiatrice che ogni mattina mi appiccica un biglietto sul parabrezza senza sganciarmi mai un buongiorno. Non importa chi è; basta che non sia Ester. Per questo è necessario che mi volti le spalle. Io mi concentro su quei due tre buchetti di cellulite che compaiono sulle natiche a ogni compressione e scompaiono non appena lei si risolleva dal mio bacino. Li fisso, spostandoli sul culo di un'altra. Il buio e l'esiguità dello spazio facilitano il suo ruolo di controfigura. Ester è lì ma è lontana mille miglia e io posso scaricarmi in tranquillità.
Solo quando si rimette sul sedile a fianco e mi parla, solo allora torna a essere lei. E non ci sono carte da cinquantamila che valgano i restanti tre quarti d'ora...
...Ester è la donna che ha lo spazzolino nel mio stesso bicchiere, nel nostro bagno, è il profilo che mi ascolta fumando sul nostro muretto di casa, è quella che mi asciuga la schiena in piedi sul nostro water: questo è il film che va nella mia testa, proiettato mille volte da quel venerdì mattina. é ovvio che lo vedo solo io, eppure mi piace pensare che durante queste chiacchierate ce lo guardiamo insieme.
(L'amore contro di Mauro Covacich, 2001)
La storia di un amore mai dichiarato tra Ester e Sergio. Lui bulimico e solitario, lei in fuga da un'infanzia violata. Un libro che consiglio a tutti per la fredezza e la durezza del racconto che proprio per questo non cade in mielose morali.
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