
campanellino retrò alla porta a vetri appannata dal calore del forno rigorosamente elettrico. In sottofondo la televisione 14'' sintonizzata su raiuno, l'unico canale che prende. Il propetario, il cuoco, il cameriere in una sola persona: Gino Pizzo. Maglietta bianco sporco che incornicia una panza da guinness, voce bassa da fumatore incallito e giusto due occhiaie un po' accentuate. Ma il mio sguardo viene catturato da un particolare alquanto insolito. Un particolare poco in linea con le macchie d'olio e l'odore di pesantezza culinaria. Lì, appoggiati con non curanza sul bordo della vetrinetta una scia luccicante di bilglietti da visita dorati fronte e retro. Chi l'avrebbe mai detto. Gino Pizzo la linea sottile tra lo chic e il kitsch. A voi la scelta.
1 commento:
pensate che la mia linea, essendo in realtà curva, parte con due tornanti e si ricongiunge con se stessa, così da non avere due lati ma solo uno.
Se vi state chiedendo se fumo prima di scrivere, la risposta è no.
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